COME ELIMINARE I CAPILLARI (TELEANGECTASIE) SULLE GAMBE A PERUGIA
"L’Insufficienza Venosa Cronica
IVC è una patologia molto diffusa, caratterizzata da una persistente difficoltà di ritorno del sangue dagli arti inferiori verso il cuore e dal conseguente aumento della pressione nei vasi venosi.
Ne consegue la dilatazione della loro parete e l’alterazione delle valvole.
"Recenti studi epidemiologici dimostrano che ben il 25-33% delle donne ed il 10-20% degli uomini adulti soffrano di varici degli arti inferiori
e che questa prevalenza è più alta nei paesi occidentali rispetto a quelli orientali o africani.
Numerosi sono i fattori di rischio correlati all'IVC tra i quali:
predisposizione genetica;
sesso (l’incidenza nella donna è circa 2.5 maggiore che nell’uomo);
razza;
età;
stile di vita sedentario (stare in piedi per molto tempo durante la giornata);
sovrappeso;
gravidanza.
"Le prime vene ad entrare in sofferenza sono quelle superficiali che diventano visibili, esse sono i "capillari" o più propriamente dette , "teleangectasie".
Già a queste prime manifestazioni della patologia fanno da corollario una serie di sintomi: la sensazione, specie alla sera, di avere le gambe gonfie e pesanti, il prurito ed una certa fragilità capillare.
Con il progredire della patologia, vengono coinvolte anche le grosse vene (varici degli arti inferiori o vene varicose).
"Spesso si è portati a credere che il trattamento dei capillari o delle piccole vene delle gambe sia solo prerogativa di chi vuole correggere sostanzialmente un fastidioso inestetismo, ma non è così.
"Il TRATTAMENTO SCLEROSANTE
, che per molti anni ha rappresentato e ancora continua a rappresentare il trattamento più diffuso per le vene di calibro minore (collaterali, reticolari, capillari blu),
"presenta tuttavia dei limiti:
l’inefficacia per i capillari di calibro minore (rossi);
l’impossibilità di controllare il flusso della sostanza iniettata all’interno delle ramificazioni venose;
il rischio di pigmentazione cutanea, la potenziale tossicità;
le potenziali reazioni allergiche;
la necessità di numerose sedute di trattamento.
"L’avvento in medicina delle TECNOLOGIE LASER ha aperto una strada dal potenziale elevatissimo
.
Va innanzitutto specificato che
"esistono oggi diversi tipi di laser vascolari,dalle diverse lunghezze d’onda, in grado di trattare dai sottilissimi capillari rossi, ai capillari di maggiore calibro di colore blu, alle vene reticolari, fino alle grandi varici.
"Il TRATTAMENTO LASER TRANSDERMICO deli capillari
degli arti inferiori è stato introdotto con successo da una decina di anni, e risultando la
" metodica di scelta per la fotocoagulazione dei capillari di piccolo calibro quali capillari e teleangectasie
I limiti della scleroterapia e del laser transdermico, e l’incidenza di recidive (circa 40%), ha indotto alla ricerca di cure mini invasive, efficaci e senza complicanze, che consentano rapidi recuperi, migliore qualità di vita e risultati stabili.
"L’evoluzione dell’impiego del laser nel trattamento delle teleangiectasie e delle vene reticolari è il LASER ENDOPERIVENOSO:
la fotosclerosi endoluminale perivenosa è una metodica mininvasiva che porta la luce laser direttamente all’interno e/o a contatto con il vaso da coagulare, attraverso una fibra ottica.
"Ciò consente di coagulare direttamente le teleangiectasie e le vene reticolari dal loro interno riducendo al minimo i danni sui tessuti che circondano i vasi, anche in caso di movimento inaspettato dei pazienti.
L’ampia area di utilizzo del laser consente di trattare con successo sia le piccolissime teleangectasie rosse superficiali, chiamate “matting”, da sempre considerate il nemico peggiore per il flebologo che problematiche più importanti.
Attraverso l’impiego degli stessi materiali è anche possibile trattare le pigmentazioni emosideriniche (macchie) superficiali esito della scleroterapia.
"I vantaggi della fotocoagulazione laser sono molteplici:
nessun impiego di sostanze chimiche;
utilizzo solo di luce;
nessuna tossicità locale e sistemica;
nessuna procedura chirurgica;
nessuna cicatrice;
nessuna anestesia locale (tranne che per le varici di calibro maggiore);
mini invasività e minimo discomfort;
assoluta precisione;
ripetibilità di esecuzione;
possibilità di operare laddove la scleroterapia ha fallito o non può essere effettuata (piede).
L’unica accortezza che si richiede è di evitare l’esposizione solare delle zone trattate per almeno 20-30 giorni.
Va infine ricordato che l’IVC è una patologia cronica le cui manifestazioni possono essere curate, ma la cui evoluzione può essere soltanto rallentata. Ad ogni paziente quindi deve essere proposto il miglior trattamento possibile, tenendo conto del quadro clinico e della molteplicità delle opzioni terapeutiche ormai disponibili, integrando quindi le varie metodiche, al fine di ottenere il miglior risultato, sia estetico che funzionale.